Un luogo particolare, nell’alto Oltrepo pavese, un Comune che non esiste nel suo senso più stretto: sessanta frazioni dai nomi curiosi, popolate al massimo da quindici persone.
Un reame che si estende su tre valli, quello del Pinot Nero; chi arriva qui, si trova nella prima zona d’Italia per la produzione della nobile vite utilizzata come base per gli spumanti; il 95% delle famiglie che abitano in questo paese sparso sono proprietarie di cantine e producono vino; negli anni cinquanta i grandi nomi della viticoltura italiana avevano consacrato questo paese come regno del Pinot Nero.
Un impegno che ha portato anche all’apertura di un museo, unico in Italia, sullo strumento indispensabile nella terra del vino: il cavaturaccioli. Una esposizione permanente. Esistono molte collezioni private di questo piccolo utensile, ma di certo, a Montecalvo Versiggia, esiste l’unico museo pubblico.
Inaugurato nel luglio del 2006, raccoglie più di duecento pezzi; sui due piani dell’esposizione, i cavatappi sono custoditi in teche di vetro; per raccoglierli ci sono voluti quasi 50 anni, tra acquisti e donazioni.
Il museo, allestito nei locali dell’ex-canonica di fianco alla chiesa di Sant’Alessandro; ogni settimana, racconta il sindaco, ospitiamo scolaresche; le domeniche, invece, accogliamo i turisti che vengono a scoprire le nostre colline.
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Museo del cavatappi
Sagrato della chiesa di san Alessandro
Montecalvo Versiggia